NON OFFESI DA GESÙ

David Wilkerson (1931-2011)

Cominciamo a tentare il Signore quando Dio permette che una crisi della nostra vita si intensifichi. Perché lo fa? Cosa vuole? Il nostro Signore  permette che questo accada per togliere ogni radice di incredulità? Il Suo Spirito va in ogni stanza dei nostri cuori, in cerca delle cose più dannose, orgoglio, autosufficienza e tutto ciò che ostacola la sua piena presenza in noi.

In breve ecco in cosa consiste il tentare Dio. Accade quando i suoi prescelti, coloro che lui ama vengono messi in un luogo di fuoco per essere testati, luogo in cui le loro crisi crescono diventando più intense fino a che la paura assale i loro cuori e sono costretti a gridare: “Signore, dove sei? Dov'è la mia liberazione? Sei dentro di me o no?”

Giovanni Battista affrontò il tipo di prova che porta a tentare Dio. Mentre era seduto in prigione, si sarà chiesto dove fosse Dio in quella situazione. Gli erano giunte voci sulle cose meravigliose che Gesù stava facendo, guariva le persone, faceva miracoli, guidava le folle che un tempo lui stesso pasturava. E adesso, eccolo li da solo, aspettando l'esecuzione.

Giovanni aveva capito che lui doveva diminuire affinché Cristo potesse crescere, ma ora un pensiero passava nella sua mente: “Diminuire, sì. Ma morire? Perché devo morire se Gesù è veramente Dio? Signore, questo è troppo da sopportare”.

Le ultime parole che Gesù mandò a Giovanni furono incredibilmente significative: “Beato colui che non si sarà scandalizzato di me!” (Matteo 11:6). Cristo stava dicendo a questo servo di Dio: “Non sentirti offeso da me, Giovanni. Dio ha un piano in tutto questo ed Egli è degno di fiducia. Se lui volesse farmi venire da te per liberarti, sai che sarei lì in un momento. Sta' certo che qualunque cosa succeda tutto avverrà per la sua gloria, il che vorrà dire gloria eterna per te!”

Giovanni sopportò la prova e quando alla fine venne decapitato da Erode, andò a casa in gloria pieno di fede ed onore.