Vivendo nella perfetta volontà di Dio

Noi cristiani ci affanniamo parecchio a cercare la volontà di Dio per le nostre vite; quando poi crediamo di averla trovata, ci diamo da fare duramente per vederla soddisfatta nella nostra vita.

Sono convinto che tale affanno nel cercare la volontà di Dio, per vivere in essa, camminare in essa e vederne la completezza, può diventare la nostra più grande battaglia, ed essa si intensifica quando ci troviamo in circostanze avverse.

Molti cristiani semplicemente non accettano il loro stato attuale. Le loro vite sono gravate da seri problemi; per alcuni il proprio carico è una malattia persistente, per altri è un loro caro che non è salvato. Attualmente per un numero crescente di cristiani è una crisi finanziaria. Pochissimi cristiani accettano che quel carico forse possa essere una parte della perfetta volontà di Dio per le loro vite.

Recentemente alcune persone mi hanno scritto chiedendo il motivo per cui predico così tanti messaggi a proposito dei dolori e delle afflizioni di coloro che sono nel corpo di Cristo.

Evidentemente gli scrittori di tali lettere non sono tra coloro che hanno bisogno di una parola di guarigione da parte del Signore.

La verità è che una moltitudine di preziosi figli di Dio stanno affrontando tempi difficili, essendo confusi perché non comprendono il motivo per cui il Signore permetta il perdurare di tali tremende prove. Molti di questi santi giustificano la loro agonia convincendosi di aver fatto qualcosa che li ha messi fuori dalla volontà di Dio.

L’America ed altre nazioni sono attualmente sotto la collera dell’onnipotente Dio.

Nessuno che viva in questi giorni può dubitare che stiamo affrontando sofferenze e rischi che non sono mai stati esperimentati sulla terra. Come cristiani crediamo che durante questi tempi la chiesa di Gesù Cristo si eleva nel suo momento migliore. Predichiamo che le nostre vite sono dei fari di speranza nel mezzo di un grande sconvolgimento, dimostrando la capacità di Cristo di mantenere il Suo popolo in tutte le circostanze. Ci esortiamo uno con l’altro verso la fede, la speranza e a dimorare nelle promesse di Dio.

Da parte mia ho inviato messaggi su messaggi incoraggiando la fede e la fermezza in mezzo al tempo della prova. Ho avvertito sulle conseguenze della incredulità durante questi tempi; molti cristiani hanno risposto, scrivendo che sono stati aiutati ed incoraggiati nella loro fede.

In qualità di predicatore dell’Evangelo conosco che tutto ciò che sostiene la fede e la speranza, deve avere una verità fondamentale sulla quale crescere. Quale è questa verità fondamentale? Semplicemente questa: Io devo sapere e credere di essere nella perfetta volontà di Dio, proprio ora, proprio dove sono in questo tempo ed in questo posto.

Detto in modo semplice, nulla importa della condizione in cui mi trovo, sia che stia camminando al sole oppure soffrendo, sia che sia ricco o povero, ammalato o in salute, in prigione o in libertà; devo credere di essere al centro della perfetta volontà di Dio per la mia vita. Accetto che i miei passi siano stati indirizzati dal Signore.

Personalmente mi identifico con Paolo: in qualunque stato mi trovo, sono soddisfatto.

Ringrazio Dio per l’esempio di Paolo. Questo fedele apostolo sapeva come abbondare nelle benedizioni ma anche come gioire in tempi di avversità. Non aveva importanza quale fosse la sua condizione esteriore, non importava quanto premessero le sue circostanze, Paolo sapeva sempre che era al centro della perfetta volontà di Dio.

Paolo scrisse molte delle sue epistole alle chiese mentre era rinchiuso in una piccola cella, in catene, disprezzato, separato dai credenti ed apparentemente da qualunque ministerio; parlando di condizioni di vita gravose. Paolo non parlò mai di essere prigioniero delle sue circostanze, al contrario chiamo se stesso “prigioniero di Cristo”.

Nella sua epistola ai Colossesi, Paolo dichiara il proprio desiderio per i santi che soffrono:

“… che siate ricolmi della profonda conoscenza della volontà di Dio con ogni sapienza e intelligenza spirituale, perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio; fortificati in ogni cosa dalla sua gloriosa potenza, per essere sempre pazienti e perseveranti; ringraziando con gioia …” (Colossesi 1:9-12).

Sorprendentemente Paolo scrive queste parole di speranza ed esortazione mentre si trova in prigione, infatti, furono un prodotto della sua lunga prigionia, probabilmente in Cesarea. Quando Paolo scrisse queste parole non aveva alcuna speranza di essere rilasciato. Per quanto ne potesse sapere, ci sarebbe potuto rimanere per anni, probabilmente il resto dei suoi giorni.

Risulta chiaro che Paolo aveva fatto pace con le sue dolorose circostanze.

In nessuna parte di questa lettera troviamo Paolo che sta contestando il Signore, l’apostolo era entrato in un pieno intendimento spirituale della volontà di Dio, ed aveva abbracciato le proprie circostanze come la volontà del Signore per la sua vita in quel momento, perciò Paolo scrisse trionfalmente ai Colossesi: “Oh, se poteste arrivare a questa piena comprensione spirituale della volontà di Dio per voi”.

Potete immaginarlo? Qui Paolo si trovava in una completa cattività, in una mancanza di qualunque tipo di libertà, eppure diceva “… camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio…”

A quel tempo molti nella chiesa che conoscevano la situazione di Paolo, avevano pietà di lui. Pensavano che la sua utilità verso il Signore stesse arrivando alla fine. Vedevano Paolo come fosse tagliato fuori al suo culmine, senza possibilità di fare alcunché per l’avanzamento del regno di Dio. Ma in realtà Paolo stava crescendo nella conoscenza spirituale, nella vita e verità.

Non molto tempo addietro, un meraviglioso giovane cristiano si liberò con me del peso di una sua grande ansietà; mi disse: “Sento una chiamata dal Signore per lavorare con i giovani ed i bambini. Ma tutte le porte per questo ministerio si sono chiuse per me; sto pregando che altre porte si aprano, ma Dio non sembra ascoltare il mio grido. Mi sento così inutile, oppresso dalle circostanze”.

“Il solo servizio che compio è una volta la settimana; porgo un aiuto in un servizio di assistenza in uno dei nostri bassifondi. Faccio da fratello maggiore al figlio di un predicatore perché suo padre è molto ammalato. Ma questo è tutto ciò che faccio. Voglio credere che Dio ha qualcosa di più per me”.

Quando ho sentito ciò, ho detto al quel giovane: “Vorrei che tu capissi una cosa; quello che tu stai facendo adesso è più prezioso per il Signore più che tu predicassi a migliaia di persone in qualche stadio. L’utilità nei Suoi riguardi non ha nulla a che fare con i numeri”.

“Tu stai avendo un ruolo nella conversione di quel figliolo del predicatore, vai e sii un amico a quei pochi ragazzi dei bassifondi che Dio ti ha dato. Sii soddisfatto in questo tempo ed in questo luogo, sappi che stai vivendo nella perfetta volontà di Dio perché sei fedele nelle piccole cose”.

Ditemi cristiani: avete fatto pace con la vostra attuale situazione? Potete credere che Dio sta compiendo la Sua perfetta opera in voi attraverso qualunque circostanza? Se non potete farlo progredirete insoddisfatti, disperati e anche adirati verso Dio; diverrete aspri e duri.

Pietro scrive: “Perciò anche quelli che soffrono secondo la volontà di Dio, affidino le anime loro al fedele Creatore, facendo il bene.” (1Pietro 4:19 ). Allo stesso modo Paolo istruisce: “in ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi.” (1Tessalonicesi 5:18).

Vivere nella perfetta volontà di Dio può condurci a “tribolazioni in ogni maniera”

Paolo scrive: “Noi siamo tribolati in ogni maniera … perplessi, … perseguitati, ma non abbandonati; atterrati ma non uccisi” (2Corinzi 4:8-9)

Il problema è che è possibile vivere nella perfetta volontà di Dio ed essere a volte abbattuti. Possiamo vivere proprio al centro della Sua volontà ed essere ancora perplessi, travagliati e perseguitati.

Alcuni cristiani sono travagliati in ogni modo per quello che pensano: “Questo non può essere da parte di Dio; è troppo da sopportare. La mia sofferenza e la mia prova stanno durando troppo a lungo; mi sento completamente abbandonato nelle mie prove. Il Signore mi sta punendo per i miei passati peccati, non c’è altra spiegazione”.

Paolo mette davanti a noi tre meravigliose verità a cui si è tenuto e che lo hanno preservato dalla disperazione:

1. “ … ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno.” (2Corinzi 4:16)

Ascoltate la verità che Paolo ci sta proclamando:

“Si, tutte queste prove e tribolazioni hanno indebolito il mio corpo esteriore, la mia carne in verità sta esaurendosi; ma nello stesso tempo qualcosa di meraviglioso sta accadendo nella mia anima. Tutte queste cose stanno lavorando insieme permanentemente in me; sto crescendo nella conoscenza del Signore e delle Sue vie”.

Paolo sapeva di stare vivendo nella perfetta volontà di Dio; aveva compreso che tutte le sue prove non stavano accadendo perché era sotto la collera. Al contrario, Paolo conosceva più profondamente che mai di essere grandemente amato dal Signore.

In breve, Paolo aveva accettato la sua presente condizione ed ora stava imparando la pazienza: “Infatti avete bisogno di costanza, affinché, fatta la volontà di Dio, otteniate quello che vi è stato promesso.” (Ebrei 10:36).

2. Paolo distolse i suoi occhi da ciò che era temporale per focalizzarli su ciò che è eterno.

Considerate le parole di Paolo:

“Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.” (2Corinzi 4:17-18).

Paolo ci sta dicendo: “Distogliete gli occhi dalle vostre prove. Non concentratevi sulle cose che stanno per venire sulla terra; stanno tutte per passare. I vostri problemi e le tribolazioni non significano nulla alla luce della gloria eterna che aspetta il popolo di Dio. Un momento nel Suo paradiso e voi non riuscirete a ricordare niente di essi”.

È scritto di Cristo: “… Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l'infamia…” (Ebrei 12:2). Gesù stesso disse: “Ma quando queste cose cominceranno ad avvenire, rialzatevi, levate il capo, perché la vostra liberazione si avvicina».” (Luca 21:28).

3. Secondo Paolo quando ci sono “prove da ogni parte”, quando le tenebre e le incertezze avanzano, Dio comanda ad una meravigliosa luce di splendere nei nostri cuori.

Paolo sta qui parlando di una gloriosa manifestazione della conoscenza della gloria di Cristo che viene a noi nelle nostre prove:

“perché il Dio che disse: «Splenda la luce fra le tenebre», è quello che risplendé nei nostri cuori per far brillare la luce della conoscenza della gloria di Dio che rifulge nel volto di Gesù Cristo.” (2Corinzi 4:6). Paolo sta descrivendo niente meno che una nuova rivelazione della gloria di Dio nella persona di Cristo.

Quando Paolo ricevette questa rivelazione era in prigione e senza un centesimo, tuttavia in modo inaspettato la sua vita cambiò. Era sostenuto dal misero cibo della prigione, era reso vivo dalla nuova rivelazione della gloria di Cristo che riceveva ogni giorno.

Paolo non accusava Dio di castigarlo durante questo tempo, non aveva mai dubitato della volontà di Dio. Perché? Il cielo era stato aperto per lui. Mentre Paolo mirava la gloria di Cristo, era stato cambiato ogni giorno attraverso quanto aveva visto “di gloria in gloria” (3:18).

Cos’è la gloria di Cristo e come possiamo vederla?

La sola idea della gloria di Cristo è travolgente. Viene descritta coma la potenza e la maestà del Signore, la Sua autorità e splendore, il grande IO SONO.

Il problema è che io non posso scandagliare nessuna di queste cose; la mia mente umana è semplicemente incapace di comprendere tali grandezze.

In tempi recenti ho chiesto al Signore di tener fermo il mio cuore in questi tempi di cattive notizie. Ho chiesto per una parola che mi potesse dare pace in mezzo a tutte queste spaventose cattive notizie.

Ho sentito lo Spirito Santo sussurrare: “Davide, contempla la gloria di Cristo; questo è ciò che ti terrà fermo nella pace”.

“Grazie Signore”, ho pregato. “Ma cosa è realmente la gloria di Cristo?”

Per me la Sua gloria rappresenta fondamentalmente qualcosa che io ho bisogno di comprendere: un’amorevole bontà. Ciò è più che la bontà di Cristo; è la Sua amorevole bontà, quindi è la Sua premurosa amorevole bontà.

Questa può essere una delle sfaccettature della Sua gloria; ma è il modo in cui abbiamo bisogno di vedere Cristo, l’esatta immagine del Padre celeste, il quale è premuroso, gentile ed amorevole verso i Suoi figli.

Paolo contemplava la gloria di Cristo ogni giorno.

Questo servitore di Dio così provato, spesse volte si svegliava profondamente turbato. In numerosissimi periodi di tempo era abbattuto e perplesso; ma Paolo incitava la sua anima a guardare in alto per contemplare la gloria di Cristo, cioè la misericordia e l’amorevole bontà della persona di Cristo. Mentre Paolo faceva questo, lo Spirito Santo lo rafforzava per affrontare ogni giorno.

Geremia scrisse questa profezia: “ma chi si gloria si glori di questo: che ha intelligenza e conosce me, che sono il SIGNORE. Io pratico la bontà, il diritto e la giustizia sulla terra, perché di queste cose mi compiaccio», dice il SIGNORE.” (Geremia 9:24).

Notate quale sia la prima cosa in cui Dio si diletta in questa lista: bontà. Il Suo messaggio verso noi è chiaro: Siamo chiamati alla gloria nella Sua bontà.

Davide testimonia nei Salmi: “Un abisso chiama un altro abisso al fragore delle tue cascate; tutte le tue onde e i tuoi flutti son passati su di me. Il SIGNORE, di giorno, concedeva la sua grazia, e io la notte innalzavo cantici per lui come preghiera al Dio che mi dà vita.” (Salmi 42:7-8 , il corsivo è mio).

Se Gesù Cristo è il tuo Signore, Egli ha comandato alla luce della Sua grazia di brillare nella tua anima.

Questa gloria di Cristo, questa tenera, amorevole bontà che brilla nei nostri cuori quando preghiamo e cerchiamo la Sua Parola, ci cambia di “gloria in gloria”, all’immagine di Cristo. La rivelazione dell’amore, compassionevole e premuroso che riceviamo da lui deve splendere da noi agli altri.

Questa rivelazione viene incrementata ogni giorno in noi “dallo Spirito del Signore”. Infatti è lo Spirito Santo che ci guida nella gloria di Cristo; lo Spirito crea lo splendore in noi ed il nostro cambiamento attraverso qualunque circostanza. Infine Egli ci mostra come far risplendere la sua premurosità, la bontà agli altri che sono nel bisogno.

Vi chiedo: le attuali circostanze cosa stanno creando in voi e verso di voi? La dolcezza di Cristo sta splendendo in voi? Avete chiesto allo Spirito Santo di darvi occhi per vedere il dolore ed i bisogni negli altri? Questo è il cambiamento di cui parla Paolo, che prende posto in noi tramite lo Spirito di Dio.

Soltanto coloro che dimorano nella perfetta volontà di Dio, possono credere che “ogni cosa coopera al bene” nelle peggiori circostanze. Quindi, cari santi, alzate le vostre teste e testimoniate a voi stessi, al cielo ed alle vostre circostanze: “Io vivo nella perfetta volontà di Dio, accada quel che accada”.Amen!