Un tempo per piangere ed un tempo per combattere

Mentre leggevo il Vecchio Testamento, la mia fede è stata grandemente incoraggiata dall’esempio dato da Davide. Una spaventevole calamità si abbatté su quest’uomo, minacciando la sua propria vita attraverso coloro che gli erano più vicini; mi ha sgomentato la determinazione di davide nel cercare una parola da parte di Dio durante il tempo del pericolo.

Vediamo la scena: Davide e il suo gruppo di 600 uomini fedeli stava scappando dal re Saul, che aveva cercato di ucciderlo; ad un certo punto questo piccolo esercito si accampò in una città chiamata Siclag, dove fecero dimorare le proprie famiglie. Da lì andavano in battaglia, lasciando le loro mogli ed i figli al sicuro.

Dopo una battaglia, Davide ed il suo esercito stavano facendo una marcia di tre giorni per tornare a casa, quando il loro villaggio fu razziato dagli Amalechiti. Questi crudeli nemici rapirono le famiglie di Davide ed i suoi uomini, mettendo a fuoco l’intero villaggio. Immaginate la scena quando l’esercito di Davide ritornò: “Quando Davide e la sua gente giunsero alla città, ecco ch'essa era distrutta dal fuoco, e le loro mogli, i loro figliuoli e le loro figliuole erano stati menati via prigionieri.” (1Samuele 30:3)

Questi uomini potenti devono essere rimasti muti quando scoprirono cosa era accaduto; era stato così subitaneo e catastrofico che non potevano capacitarsene. Posso immaginarli andare in giro storditi e sconcertati da quello che era accaduto, gridando in agonia: “Allora Davide e tutti quelli ch'eran con lui alzaron la voce e piansero, finché non ebbero più forza di piangere.” (1Samuele 30:4, ho aggiunto io il corsivo)

Questa scena dalla vita di Davide ci mostra che vi è certamente un tempo in cui piangere quando la calamità ci colpisce; la Scrittura ci indica i soldati di Davide come “uomini forti” implicando che erano uomini forgiati dalla battaglia, i quali non piangevano. Ma questo disastroso evento aveva portato questi uomini ad un grande pianto.

In fin dei conti, il disastro non era stato piccolo; non era stato solo la perdita delle case, del bestiame o del raccolto, che portò al pianto gli uomini forti di Davide, ci sarebbero passati sopra molto presto. Piuttosto era la minaccia verso le loro amate mogli ed i figli che trafiggeva profondamente le loro anime. Ciò che seguì tale scena sarebbe potuto essere stata ancora più disastroso per Davide: “E Davide fu grandemente angosciato perché la gente parlava di lapidarlo, essendo l'animo di tutti amareggiato …” (1Samuele 30:6)

Ciò di cui siamo testimoni nel mondo odierno è descritto nella Scrittura come: “… il giorno della vendetta dell'Eterno, l'anno della retribuzione per la causa di Sion.” (Isaia 34:8)

Io credo che attraverso tutti gli eventi sconvolgenti e caotici presenti oggi nel mondo, Dio stia abbattendo l’avidità, la bramosia e l’orgoglio. Sono convinto che Egli non permetterà ancora che la perversione sessuale distrugga l’anima di una intera generazione; sono certo che i matrimoni dello stesso sesso siano diventati la scintilla della vendetta di Dio.

Il periodo di storia che Isaia descrive è uno di quelli pieni di pianto, paura e tremore. Eppure Dio dette ad Isaia una parola rassicurante per il Suo popolo: “Fortificate le mani infiacchite, raffermate le ginocchia vacillanti! Dite a quelli che hanno il cuore smarrito: 'Siate forti, non temete!' Ecco il vostro Dio! Verrà la vendetta, la retribuzione di Dio! Verrà egli stesso a salvarvi.” (Isaia 35:4).

Il Signore sta in sostanza dicendo: “Fortificate gli stanchi; sostenete coloro che sono deboli in mezzo a voi. Incoraggiate quelli che sono impauriti e pieni di ansietà; dite loro: ‘Non c’è bisogno di essere spaventati, questa è l’opera del Signore ed attraverso di essa Egli preserverà il Suo popolo. Sta facendo questo per salvarvi.

Miei cari anche i più santi tra noi provano un tremolio nel cuore, un improvviso impeto di paura, quando sovviene una crisi; in tale periodo non è peccato avere un improvviso momento di profonda ansietà. In verità, quando il Signore dette questa parola ad Isaia, fu reso certo che tutti coloro che erano stati sopraffatti da quella terrificante situazione, non sarebbero stati schiacciati da essa. Egli voleva che ogni cuore debole e travagliato ascoltasse: “Non aver timore! Prendi coraggio, perché il Signore è il Salvatore del Suo popolo”.

Dopo aver attraversato un periodo di pianto, allora arriva il tempo di lottare.

Viene il tempo che tutti i pianti devono terminare. È quando il popolo di Dio deve ergersi al di sopra delle loro afflizioni, dei loro terribili presagi e tornare alla loro lotta. Nel Nuovo Testamento nell’epistola agli Ebrei risuonano le parole d’Isaia: “Perciò, rinfrancate le mani cadenti e le ginocchia vacillanti; e fate dei sentieri diritti per i vostri passi, affinché quel che è zoppo non esca fuor di strada, ma sia piuttosto guarito.” (Ebrei 12:12-13).

Qui il significato in effetti è: “Non stare giù; rialzati e combatti per la tua fede. Adopera la tua fede nel Signore. Non cedere all’angoscia, alle ginocchia vacillanti. Al contrario, datti da fare, se soccombi alla paura ed al timore, la tua fede diverrà inutile.”

Considerate l’inutile risposta dell’esercito di Davide per la loro calamità. Dopo che questi possenti uomini ebbero finito di piangere, si sentirono indignati; accusarono Davide di aver permesso questo disastro. Erano talmente fuori di se stessi, cosi amareggiati per la loro orribile sventura che cominciarono a prendere delle pietre per ucciderlo.

Secondo la mia opinione, questo è esattamente quanto sta facendo ora la maggioranza delle persone per l’attuale calamità economica. Molti sono resi ciechi dalla loro rabbia. Si stanno volgendo a destra ed a sinistra, chiedendo “Di chi è la colpa di tale calamità? Gettateli tutti in prigione!”

Vorrei spronare tutti i seguaci di Gesù: dimenticate come siamo arrivati a questo punto, dimenticatevi dei responsabili. Più di tutto dimenticatevi delle vostre personali supposizioni: “Se solo avessi fatto questo o quello, le mie finanze sarebbero a posto”. Se vi attaccate a tali pensieri, le vostre paure si tramuteranno in rabbia o qualcos’altro di più distruttivo e paralizzante. No! Il Signore ha in mente una differente direzione per tutte le vostre energie. La Sua parola ci dice: “Ora è il tempo di combattere per la vostra fede!”

Considerate la risposta di Davide per tale calamità: egli si fortificò. “… ma Davide si fortificò nell'Eterno, nel suo Dio.” (1Samuele 30:6). Invece di cedere al timore, Davide decise di combattere le proprie paure. Io credo che lo fece ricordando tutte le passate liberazioni che Dio gli aveva date; nella sua giovinezza, Davide aveva ammazzato un orso, abbattuto un leone ed ucciso il gigante Golia. Ora enumerava queste battaglie e le molte altre che aveva vinto; ogni vittoria era stata portata a termine per la sua incrollabile fede.

Davide stava dicendo: “Ho bisogno di una parola da parte del Signore” Egli non conosceva altri che lo potessero incoraggiare, non il proprio sacerdote Abiatar, non il proprio saggio capitano ai suoi ordini, nessun consigliere. Davide voleva una parola per sé direttamente da Colui che lo aveva liberato da ogni calamità che aveva affrontato.

Miei cari, lo stesso è vero per te e per me oggi. Semplicemente non esiste nessuno sulla terra che può sollevare la tua anima dalla disperazione; nessuno può incoraggiare il tuo spirito durante il tempo di una tua crisi. Tutti noi abbiamo bisogno di ricevere una parola personale da parte del Signore. Come Davide siamo chiamati a fortificarci ricordando le liberazioni di Dio nella nostra vita; dobbiamo anche ricordare quei tempi in cui Dio si è dimostrato benefico nelle passate generazioni.

L’incoraggiamento uno verso l’altro può portarci lontano

Se i sermoni che ascolti dal tuo pastore sono unti, produrranno vita in te; la predicazione della parola di Dio incoraggia sempre i Suoi santi. Allo stesso modo l’adorazione collettiva può elevarti per un periodo di tempo, ma noi dimentichiamo troppo in fretta tale elevazione dopo un culto domenicale. Mentre passano il lunedì ed il martedì e le notizie volgono al peggio, spesso cadiamo indietro in sentimenti di ansietà e paura.

In tempi normali sono capace di ascoltare gli avvertimenti da parte di quella santa di mia moglie Gwen. È sempre pronta a darmi una buona parola, proprio quella di cui ho bisogno.. provo per lei quello che Davide provò quando disse ad Abigail: “… vedi, io ho dato ascolto alla tua voce…” (1Samuele 25:35). Ma le cose posso essere diversi in tempo di calamità; quando la nostra fede viene minacciata, ovvero quando le nostre stesse vite sono sotto una minaccia – il consiglio di una sposa, del pastore e di saggi amici, possono solo portarci lontano.

Oggigiorno stiamo vivendo in tempi di paura tale che pochi di noi hanno mai conosciuto. La verità e che solo una parola personale da parte di Dio può condurci attraverso questi tempi con l’incrollabile speranza di cui abbiamo bisogno. Dio ha sempre provveduto fedelmente una parola verso il Suo popolo durante la storia.

Nel vecchio testamento leggiamo molte volte questa frase: “La parola del Signore fu rivolta…”. Le scritture dicono di Abraamo : “Dopo queste cose, la parola dell'Eterno fu rivolta in visione ad Abramo…” (Genesi 15:1). Leggiamo di Giosuè: “… secondo l'ordine che l'Eterno aveva dato a Giosuè.” (Giosuè 8:27). Ed anche per Davide ed i profeti, leggiamo che: “La parola del Signore fu rivolta a…”.

Come popolo di Dio oggi abbiamo lo Spirito Santo dimorante in noi che pronuncia una parola dal cielo verso noi. Attraverso Esso, la parola del Signore, che conforta, guarisce, guida, si rende disponibile a tutti coloro che credono in Lui.

Considerate i 600 soldati che seguivano Davide. Avevano udito la parola che Dio aveva dato al loro conduttore; ma quella parola doveva diventare reale per ognuno di quei soldati individualmente. Doveva diventare qualcosa che parlava da parte di Dio ai loro stessi spiriti in modo che potessero cominciare a combattere di nuovo.

Anche oggi, io credo che la sfida per ogni credente sia quella di dimorare nelle scritture fino a che lo Spirito Santo faccia in modo che le promesse di Dio saltino fuori da quelle pagine personalmente per loro. Noi comprendiamo che ciò accade perché ascoltiamo la calma, sommessa, voce dello Spirito che sussurra: “Questa promessa è per te; è la parola di Dio che è data proprio a te, per accompagnarti in questi tempi difficili”.

Sono convinto che non puoi combattere la battaglia della fede, senza dare ascolto alla rassicurante voce del Signore verso di te.

Davide incoraggiò se stesso, tornò alla propria battaglia ed immediatamente si diede da fare per fede.

Quando Davide riebbe indietro il suo spirito combattivo, egli mandò a richiedere l’efod. Questo era un tipo di tunica che includeva due pietre sul pettorale del sacerdote. A volte Dio parlava tramite l’efod e Davide era determinato ad ottenere una parola di guida dal Signore.

“Davide disse al sacerdote Abiathar, figliuolo di Ahimelec: 'Ti prego, portami qua l'efod'. E Abiathar portò l'efod a Davide. E Davide consultò l'Eterno, dicendo: 'Debbo io dar dietro a questa banda di predoni? la raggiungerò io?... (1Samuele 30:7-8).

Considerate cosa fece Davide; dopo avere pianto e dopo essere tornato alla sua lotta, quest’uomo andò direttamente in ginocchio. Il Signore gli diede una parola di guida di cui aveva bisogno: “… L'Eterno rispose: 'Dàlle dietro, poiché certamente la raggiungerai, e potrai ricuperare ogni cosa'.” (1 Samuele 30:8). La guida di Dio per Davide fu: “Vai avanti; sarai vittorioso”. In altre parole: “Combatti!”

Nel verso seguente leggiamo: “Davide dunque andò coi seicento uomini che avea seco, …” (1Samuele 30:9). Davide rapidamente mise in atto la parola che Dio gli aveva dato. Epure, mi chiedo, come fece Davide a sapere dove dovesse andare? Quale direzione conosceva per percorrerla e poter recuperare tutto?

Io credo che ci fosse una parola dietro a Davide che sussurrava: “Questa è la via, cammina per essa”. Miei cari lo stesso è vero per noi oggi. Molte chiese cantano l’incoraggiante canto evangelico: “Dio farà una via” ed il nostro Signore la crea. Vedete, Egli ha un piano in essere per ognuno di noi prima che la nostra attuale calamità finisca, ed il Suo piano è in azione persino ora attraverso tutte le difficoltà che affrontiamo.

Sono convinto che la parola risuonante nella mente di Davide era: “Recupererai tutto”. Davide sapeva pienamente che non avrebbe recuperato la propria casa in Siclag; nessuno dei suoi soldati avrebbe recuperato la propria casa, il proprio giardino, la propria possessione.; Queste cose erano ormai perdute. No, la parola “tutto” che stavano per recuperare era la sicurezza delle loro famiglie.

Potete notare il parallelo con i nostri tempi? Questi uomini non stavano per recuperare uno stile di vita che avevano nel passato. Non stavano per tornare alla stessa tranquillità, agli stessi giorni placidi e pacifici che avevano avuto prima. Questi “vecchi bei tempi” erano ormai storia.

Ma non era cerca questo che preoccupava Davide ed i suoi potenti 600 uomini. Tutto ciò cui prestavano attenzione era che le loro famiglie – tutto ciò che li preoccupava realmente – fossero in salvo. Dopo ciò avrebbero dovuto vivere in tende con le loro mogli ed i loro figli, ma Dio li aveva rassicurati che sarebbero stati al sicuro.

Dio non disse a Davide come avrebbe liberato se stesso e la sua famiglia.

Miei cari, il Signore non ci spiega come Egli provvederà per i nostri amati. Non ci mostrerà come ci manterrà al sicuro nei momenti peggiori. Le Sue vie sono così inusuali, così inimmaginabili che non saremo mai capaci di immaginarle durante tutta la vita.

Per quanto riguarda Davide, la sua liberazione venne attraverso una improbabile fonte: un giovane egiziano morente. Questo giovane servitore era mezzo morto quando Davide lo trovò nel deserto, lo nutrì e gli diede dell’acqua. Mentre Davide gli chiedeva: “Chi sei?” penso che Dio sussurrasse: “Davide egli è la tua liberazione”. Quanto improbabile e miracolosa era questa via! Fu proprio questo egiziano morente che avrebbe indicato la via all’esercito di Davide, per trovare l’accampamento nemico. In breve, Dio usò un ragazzo senza nome per condurre il Suo popolo per recuperare tutto.

In conclusione, lasciate che vi riporti a Isaia 35:4 : “Dite a quelli che hanno il cuore smarrito: 'Siate forti, non temete!' Ecco il vostro Dio! Verrà la vendetta, la retribuzione di Dio! Verrà egli stesso a salvarvi.”

Mentre il mondo è sotto la sua retribuzione, quando tutte le cose sembrano andare totalmente fuori controllo, Dio sta procedendo per preservarci, Egli si usa persino del caos degli eventi di questo mondo per portarci la Sua salvezza. Egli è fedele a salvare e ad aver cura del Suo polo attraverso qualunque calamità.