La compagnia di Giuseppe

Conosco uno studioso della Bibbia che ha scoperto più di cento maniere in cui Giuseppe era un modello che prefigurava Gesù Cristo. Eppure, per quanto io creda che Giuseppe era una prefigurazione di Cristo, credo anche che egli era un modello del residuo degli ultimi giorni – la schiera che Dio sta chiamando proprio ora per mostrare alla Sua chiesa come uscire dalla sua carestia spirituale!

Permettimi di presentarti la Compagnia di Giuseppe. Si tratta di un piccolo gruppo di credenti degli ultimi giorni, totalmente dedito al Signore, che giornalmente ha comunione con Dio. Sono guidati dallo Spirito in ogni dettaglio della loro vita. E proprio in questo istante stanno uscendo da grandi afflizioni e prove per entrare in un luogo di rivelazione, saggezza e fecondità. Dio sta operando in loro, e gli dà la Sua verità e conoscenza. Presto arriverà il giorno in cui il Signore li chiamerà, come chiamò Giuseppe!

Siamo nel tempo in cui la chiesa di Gesù Cristo sta divenendo sempre più mondana, sensuale, perversa e fredda. La nostra opera riceve migliaia di lettere da pastori e laici gravati dal peso della condizione delle loro chiese. La gente si lamenta perché non riceve insegnamenti che mostrano qual è la loro vera situazione e prediche che trasformano la vita. I pastori si lamentano del piccolo numero di coloro che vogliono ascoltare la verità.

Eppure ci sono alcune potenti chiese in America: sono piene di luce, di gloria e della santità di Dio. I loro pastori sono ardenti, predicano la giustizia, e Dio si manifesta con potenza fra la gente.

Oggi però, la maggior parte della chiesa è spiritualmente affamata; prediche superficiali, ascoltatori inermi, servizi religiosi "viventi" ma non sostenuti da una vita integra. È come se la cecità di Laodicea fosse venuta a coprire come una nuvola gli occhi di moltitudini che erano una volta ardenti per il Signore. Molti sinceri ministri di Dio sono scoraggiati.

Recentemente un pastore scrisse: "Un gran numero di pastori devoti vengono licenziati o costretti a uscire dalle loro chiese. Mi sono dimesso dalla mia chiesa lo scorso 31 dicembre." Anche un collega che vive a una decina di chilometri da qui ha lasciato la sua comunità che era sotto una nuvola. Un terzo pastore a cento chilometri è stato costretto a rassegnare le dimissioni. Un quarto è stato licenziato dalla sua chiesa lo scorso ottobre.

"Nella mia regione le congregazioni non crescono per il numero dei nuovi convertiti, ma a causa dei cristiani che vanno di chiesa in chiesa a prendere quel che hanno bisogno secondo la mentalità dei consumatori. È come una porta girevole... Puoi scoprire tu stesso quanti uomini di Dio sono affranti, sconfitti, scoraggiati – eppure continuano a dire ‘Vieni, Signore Gesù!'"

Dio è sempre stato all'opera molto tempo prima dell'arrivo di carestie spirituali nella Sua chiesa. In ogni generazione Egli si è ingegnato per preparare una via d'uscita per il Suo popolo!

I settantacinque membri della famiglia di Giacobbe sarebbero certamente periti nella grande carestia che ha colpito la regione, e – se Dio non avesse operato in anticipo – la promessa di Israele sarebbe stata annientata. Già vent'anni prima che la carestia venisse, Dio stava mettendo in atto un piano per salvare il Suo popolo dalla distruzione.

Ha inviato Giuseppe davanti a loro in Egitto! Durante vent'anni Dio ha operato in quest'uomo. L'ha isolato, l'ha provato, l'ha preparato per una posizione d'autorità – perché Giuseppe doveva diventare colui che avrebbe salvato la vita degli eletti del Signore. Dio ha trattenuto Giuseppe dalla ribalta per essere istruito per la venuta dei giorni del caos e della morte!

Miei cari, proprio come Dio mise da parte Giuseppe, oggi Egli ha scelto una Compagnia di Giuseppe, nascosta agli occhi del mondo. Costoro si trovano nella fornace dell'afflizione, prigionieri di prove, in battaglie di sofferenze e tentazioni. Stanno morendo a questo mondo, non cercano fama, onore, denaro o piacere; sono sempre più affamati di intimità con Cristo, vogliono conoscere il Suo cuore e la Sua voce.

Magari non riuscirai a comprendere tutte le prove misteriose, le afflizioni, i guai nella tua vita. Ma se il tuo cuore è completamente alla ricerca di come seguire Cristo, puoi esser certo che Dio ha uno scopo in tutto ciò: Egli vuole condurti nella Sua Compagnia di Giuseppe!

Sono state necessarie tre cose per formare Giuseppe in modo da ottenerne un servitore provato e affidabile. Anche tu sperimenterai queste cose se fai parte di questa compagnia degli ultimi giorni:

Lo Spirito di Dio non ha mai cessato di chiamare l'umanità a sé – alla santità, alla purezza interiore e a una vita separata. Tragicamente sono pochi quelli che rispondono. Ma in tutte le generazioni Dio ha conservato un piccolo residuo che ha risposto alla Sua chiamata. Essi si separano, purificano le loro vite e si danno completamente a Lui.

Giuseppe rispose alla chiamata di Dio quando era ancora molto giovane. Anche i suoi dieci fratelli maggiori avevano ricevuto la stessa chiamata ad arrendersi, a camminare con integrità e a separarsi. Ma loro scelsero di rimanere nel mondo, e il loro cammino con Dio era senza entusiasmo.

Sono narrate almeno due circostanze dove tutti i figli di Giacobbe ricevettero molto chiaramente la chiamata dello Spirito. La prima era in Sichem, quando Giacobbe costruì un altare al DIO D'ISRAELE. Giacobbe chiamò i suoi figli all'altare per divenire adoratori assieme a lui – inchinandosi davanti al Signore e seguendolo di tutto cuore.

Ma i fratelli di Giuseppe si dettero alla vendetta e allo spargimento di sangue. Quando uno sichemita profanò la loro sorella Dina, si precipitarono sulla città, la bruciarono e uccisero ogni uomo, donna e bambino (Genesi 34). Quei dieci fratelli non si erano dati interamente ad aver fiducia in Dio e a servirlo. No. La loro violenza fece sì che la presenza di Giacobbe divenisse sgradevole fra i Cananei.

Eppure Dio li chiamò chiaramente ancora un'altra volta, a Bethel. Giacobbe sapeva che i suoi figli erano legati all'idolatria e che rifiutavano la chiamata di Dio a essere puri e vivere nella giustizia. Così li avvertì: "Togliete gli dèi stranieri che sono in mezzo a voi, purificatevi e cambiatevi i vestiti. Partiamo, andiamo a Betel; là farò un altare al Dio che mi esaudì nel giorno della mia angoscia e che è stato con me nel viaggio che ho fatto" (Genesi 35:2-3).

Miei cari, questa è una delle chiamate più chiare di tutta la Parola di Dio! In ebraico, la frase "cambiatevi i vestiti" ha il significato di purificazione morale e spirituale della mente e del cuore. Esteriormente i figli di Giacobbe si erano arresi: "Essi diedero a Giacobbe tutti gli dèi stranieri che erano nelle loro mani e gli anelli che avevano agli orecchi" (Genesi 35:4). Ma il loro pentimento era solo superficiale, non avevano mai avuto un cambiamento profondo nel cuore. Ritornarono subito alla loro ribellione, pieni di odio, gelosia e discordia!

In Giuseppe, però, c'era qualcosa di diverso: il suo pentimento proveniva dal cuore. Aveva risposto alla chiamata dello Spirito, e a partire dall'età di diciassette anni aveva deciso di seguire il Signore completamente. Nel bel mezzo di un ambiente immorale e malvagio, Giuseppe ha conservato mani pure e un cuore limpido.

I figli di Giacobbe nati da Bilhah e Zilpah, sue domestiche e concubine, si occupavano dei greggi della famiglia, e Giuseppe veniva mandato nei campi per lavorare con loro. Ma si affliggeva, perché i suoi fratelli parlavano e vivevano come pagani. Il suo cuore puro era oppresso dalla cattiveria della sua propria famiglia.

"Giuseppe riferì al padre la cattiva fama che circolava sul loro conto" (Genesi 37:2). Giuseppe scaricava il suo cuore su suo padre: "Papà, non crederai mai come vivono. Parlano contro il tuo e il mio Dio. Lo rattristano!"

Miei cari, questa è una caratteristica della Compagnia di Giuseppe: sono afflitti per il peccato! Hanno rinunciato agli idoli e sono innamorati di Gesù. I loro cuori ardono per la Sua santità! Si rendono conto del peccato presente nella nazione, ma ciò che li affligge di più è il peccato nella chiesa. Gridano con tutta la loro anima: "Oh Padre, guarda che cosa sta succedendo fra i Tuoi figli!"

Se sei parte di questa compagnia degli ultimi giorni non potrai passar sopra al peccato. In te deve piuttosto insorgere qualcosa che dice: "Oh Dio, non sopporto più quanto viene fatto nel Tuo nome!" E poi cominci a pregare – non contro le persone, ma contro le incursioni delle potenze demoniache nella chiesa di Gesù Cristo.

È vero che il nostro Padre celeste favorisce alcuni dei Suoi figli? Non dice forse la Bibbia che Dio non fa distinzioni fra le persone?

Quando si tratta della salvezza eterna e delle Sue meravigliose promesse di alleanza, Dio considera tutti allo stesso modo. Ma a tutti coloro che rispondono con sincerità alla Sua chiamata, Egli risponde. Inoltre elargisce la Sua speciale benevolenza sopra quelli che sottomettono la loro vita completamente a Lui!

Giobbe dichiarò: "Tu mi hai concesso vita e grazia" (Giobbe 10:12). E Davide: "Tu, o Signore, benedirai il giusto; come scudo lo circonderai con il tuo favore" (Salmo 5:12); "O Signore, per la tua benevolenza avevi reso forte il mio monte" (Salmo 30:7). La Scrittura ci conferma pure: "Il piccolo Samuele continuava a crescere ed era gradito sia al Signore sia agli uomini" (1 Samuele 2:26).

Un fatto è certo, il nostro Padre nel cielo riveste di un abito speciale coloro che Lo cercano e Gli donano interamente il loro cuore. "Io mi rallegrerò grandemente nel Signore, l'anima mia esulterà nel mio Dio; poiché egli mi ha rivestito delle vesti della salvezza, mi ha avvolto nel mantello della giustizia" (Isaia 61:10).

Giuseppe rispose alla chiamata dello Spirito arrendendosi completamente – e si guadagnò il favore di suo padre. Gli fu data una veste che lo distingueva. Ma il favore di suo padre fu a caro prezzo: costò a Giuseppe ogni relazione umana. Gli procurò rifiuto, incomprensione e derisione: "I suoi fratelli... l'odiavano" (Genesi 37:4).

Perché i fratelli di Giuseppe gli divennero ostili? La chiave si trova nel versetto 11: "I suoi fratelli erano invidiosi di lui." Quando videro la veste che Giuseppe indossava, si rendevano conto che esprimeva favore e giustizia. E l'odiavano perché Giuseppe rammentava loro la chiamata dello Spirito che avevano respinto! Egli era un'accusa al loro stile di vita molle.

Vedi, i fratelli di Giuseppe stavano attorno scambiandosi pettegolezzi e chiacchiere egocentriche. I loro cuori erano occupati da terreni, possedimenti, dal loro futuro. Ma il cuore di Giuseppe era altrove. Parlava delle cose di Dio, di relazioni soprannaturali. Dio gli aveva dato dei sogni; in quei giorni questi erano sinonimo di sentire la voce di Dio.

Sì, Giuseppe era di un'altra stoffa, e quella differenza lo rendeva odiato e invidiato dai suoi fratelli. Miei cari, la stessa cosa avverrà anche a voi, se vi siete dati completamente a Gesù!

I credenti tiepidi che vi stanno attorno vogliono conversare delle loro automobili, case, lavori – ma voi vorreste piuttosto parlare di cose eterne, di quello che Dio vi dice. E ben presto diventerete un rimprovero per la loro tiepidezza. Vi invidieranno perché rappresentate la chiamata dello Spirito Santo che hanno rifiutato!

In verità il residuo della Compagnia di Giuseppe sa tutto sul rigetto. Conoscono il dolore di essere etichettati fanatici, pazzi spirituali, credenti squilibrati. Perfino i predicatori li deridono, chiamando "orgoglio spirituale" la loro separazione dal mondo e devozione a Gesù. E dicono alla congregazione: "Quello lì ha esagerato! Dio non pretende tanto fanatismo!"

"Mandò davanti a loro un uomo, Giuseppe, che fu venduto come schiavo. Gli legarono i piedi con ceppi; fu oppresso con catene di ferro, finché si avverò quanto aveva predetto; e la parola del Signore lo affinò" (Salmo 105:17-19, dall'ebraico). Giuseppe fu esaminato e sottoposto a prove in vare maniere. Ma la sua più grande prova era la parola che aveva ricevuto!

Considera tutto ciò che Giuseppe sopportò: all'età di soli diciassette anni fu spogliato e gettato in una fossa per morire di fame. I suoi fratelli, indifferenti alle sue suppliche di clemenza, ridevano; Lo vendettero a commercianti ismaeliti; fu portato con la carovana a un mercato degli schiavi in Egitto, e venduto come un comune schiavo.

Malgrado ciò, la prova più grande di Giuseppe non era il rigetto dei suoi fratelli. Non era l'oltraggio di esser trasformato in uno schiavo o esser gettato in prigione. No. Giuseppe era confuso e messo alla prova nel suo spirito dalla chiara parola che aveva udito da Dio!

Tramite dei sogni Dio aveva rivelato a Giuseppe che gli sarebbe stata assegnata grande autorità, e che l'avrebbe usata per la gloria di Dio. I suoi fratelli si sarebbero inchinati davanti a lui – anche il sole, la luna e le stelle si sarebbero inchinati! Ed egli sarebbe divenuto un grande liberatore per molti uomini.

Non credo che tutto questo fosse frutto dell'egoismo di Giuseppe. Il suo cuore era così determinato a seguire Dio che questa parola gli ha dato un umile senso del suo destino: "Signore, Tu hai messo la Tua mano su di me, affinché potessi partecipare al Tuo grande ed eterno piano. Oh Dio, perché hai scelto me?" Giuseppe era benedetto già per il semplice fatto di sapere che avrebbe avuto un ruolo importante nell'adempimento della volontà di Dio.

Però tutte le circostanze nella vita di Giuseppe erano esattamente l'opposto di quanto Dio gli aveva messo nel cuore. Egli era il servo, doveva inchinarsi! Come poteva continuare ad attenersi a quella parola di Dio che lo voleva un giorno liberatore di moltitudini, dato che lui stesso era uno schiavo? Avrà certamente pensato: "Tutto questo non ha senso. Come può il Signore ‘dirigere i miei passi' verso la prigione, per cadere nell'oblio? Aveva affermato che sarei stato benedetto. Non mi ha detto che sarebbe capitato tutto ciò!"

Per dieci anni Giuseppe servì fedelmente nella casa di Potifar. Ma alla fine venne giudicato male e accusato falsamente. La sua vittoria sulla tentazione della moglie di Potifar lo condusse in carcere. Durante quei momenti avrà certamente meditato su queste tremende domande:

"Ho proprio sentito bene? Era forse il mio orgoglio che ha inventato quei sogni? Magari i miei fratelli avevano ragione – forse mi affido troppo a questa parola. Tutte queste cose mi accadono magari per punirmi di qualche desiderio egoistico...

Miei cari, ci sono stati periodi quando Dio mi rivelava delle cose che Egli voleva per me – un ministero, un servizio, un aiuto – ma ogni circostanza era esattamente opposta a quella rivelazione. In quei momenti pensavo: "Oh Dio, questa non è la Tua voce; dev'essere la mia carne." La parola che Dio mi rivolgeva era una prova per me!

Conosco un caro pastore che viene ora provato dalla Parola di Dio. Egli crede a ciò che la Bibbia afferma riguardo alla guarigione. Eppure durante gli ultimi cinque anni ha visto la salute di sua moglie peggiorare a causa di una rara malattia. Nella sua chiesa egli prega per gli ammalati, poi va a casa per nutrire, vestire e lavare sua moglie. Egli crede in Dio per la sua guarigione, eppure ogni giorno le sue condizioni peggiorano.

Però, in quest'uomo vedo rivelata la grazia e la pazienza di Cristo. Egli è uno degli uomini di Dio più amorevoli, più altruisti, che abbia mai incontrato. La tenerezza che dimostra nei confronti di sua moglie si rivela anche nel ministero verso la sua chiesa!

Una cara sorella scrisse recentemente che più di un anno fa aveva preso la risoluzione di fare veramente sul serio con Gesù. Dio iniziò a rivelare Cristo nella sua vita. Ma ben presto lei scoprì che suo marito andava dalle prostitute. Passava tutte le notti nei bar e nei bordelli.

Questa donna fu costretta a lasciare la sua casa e cercare un lavoro per mantenere i suoi tre bambini. Più si consacrava a Cristo, più suo marito si allontanava da Dio. Lei non riusciva a comprendere perché, quando aveva deciso di seguire pienamente Gesù, una tale tragedia dovesse succedere. Ma dalla sua lettera percepivo una potenza, una forza celeste.

Anche lei viene provata dalla Parola! Dio le ha dato le Sue promesse – e tutte le circostanze sono esattamente l'opposto!

Giuseppe fu benedetto da Dio perfino quando era un servo in casa di Potifar. E dopo esser finito in carcere, prosperò ben presto anche là. In che modo Dio lo fece prosperare? Non con denaro o possedimenti, nemmeno con una buona condizione sociale. No. Ma durante tutto questo tempo Dio faceva prosperare lo spirito di Giuseppe: parlava al suo cuore, gli dava sogni e interpretazioni!

Era questo che aiutava Giuseppe a continuare con Dio. Egli aveva fiducia che, malgrado tutte le sofferenze e le situazioni al di là del suo controllo, il Signore era ancora con lui. Nemmeno per un momento Giuseppe rimaneva senza la presenza palese di Dio; e quella costante e durevole presenza gli dava una pace interiore.

Io credo che Dio desiderava ardentemente mostrare a Giuseppe la fine della storia – voleva forse suggerirgli: "Non ti preoccupare, Giuseppe. Adesso ti faccio vedere come finirà..." Ma non ardiva, perché Giuseppe era ancora a scuola!

Vedi, Giuseppe non sapeva che un giorno avrebbe insegnato la sapienza ai principi di faraone (Salmo 105:22). Ma come avrebbe potuto insegnare la sapienza di Dio ai capi dell'Egitto se prima non l'avesse imparata lui stesso? I figli di Dio imparano queste lezioni soltanto mediante la fede! Noi otteniamo la sapienza di Dio attraverso i momenti difficili, le afflizioni, le sofferenze e le prove. Non preghiamo per annullarli – li superiamo!

Se anche tu fai parte della divina Compagnia di Giuseppe degli ultimi giorni, allora, nelle tue prove, stai imparando ad appoggiarti a Lui. Impari ad aver fiducia e non lamentarti, a trovare rifugio completamente in Lui. Forse non comprenderai tutte le misteriose vie per le quali Dio ti conduce; in effetti ogni cosa attorno a te può sembrarti l'opposto della parola che Dio ti ha dato.

Ma stai imparando che in tutte le situazioni Cristo è la tua risorsa. E Dio ti mantiene a scuola fino al giorno in cui ti chiamerà!

Credo che sia successo nell'ora più buia della sua vita, quando era solitario, scoraggiato, sul punto di abbandonare i suoi sogni, mettendo in dubbio la sua posizione davanti a Dio. Ma ecco all'improvviso la chiamata di una guardia del re: "Giuseppe! Pulisciti! Il faraone ti chiama!"

Certamente in quel momento lo Spirito di Dio è venuto con potenza su Giuseppe. Credo che il cuore gli sia balzato in petto e l'eccitazione cresciuta in lui: ben presto avrebbe compreso di che cosa si trattava!

Probabilmente, mentre si rasava e si faceva tagliare i capelli, pensava: "Questo è l'inizio di ciò che Dio mi ha promesso. Ora so di aver udito la Sua voce! Non è il diavolo che regna, la mia vita non è stata sprecata. Dio mi ha guidato in ogni cosa e in ogni momento!"

Nel giro di pochi minuti Giuseppe fu davanti al faraone, ascoltando il suo sogno. Gli diede l'interpretazione della futura carestia e gli consigliò di raccogliere e immagazzinare il grano della nazione: "Devi affidare a qualcuno l'incarico dei depositi. Prendi come sovrintendente un uomo pieno di sapienza." (vedi Genesi 41)

Faraone si guardò in giro – poi si rivolse a Giuseppe: "Tu, Giuseppe! Io ti nomino secondo governante. Nel regno soltanto io avrò più potere di te. Tu sorveglierai tutto!"

Quanto improvvisamente le cose cambiarono! Nel giro di un'ora Giuseppe passò da prigioniero abbandonato e dimenticato a vicefaraone in Egitto. Quando veniva portato nel carro reale attraverso le vie della città, la gente si inchinava davanti a lui. Improvvisamente realizzò che il suo sogno era divenuto realtà!

Riesco proprio a immaginarmi Giuseppe nel suo carro in profonda e gioiosa contemplazione. Avrà rivissuto ogni momento difficile degli ultimi vent'anni. Avrà ripensato a tutte le afflizioni e le prove – al rifiuto dei suoi fratelli e al momento in cui è stato da loro venduto come schiavo.

Ma ora c'era una gioia nel suo cuore, perché tutto stava andando a posto! E poteva dire: "Adesso capisco! Sta arrivando una carestia, e Dio vuole salvare mio padre e i miei fratelli. Mi ha mandato davanti a loro. Questo era il Suo piano fin dal principio!"

Poi venne il giorno in cui Giuseppe si trovò davanti ai suoi fratelli. Egli potè dir loro: "Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso" (Genesi 50:20).

"Dio mi ha mandato qui prima di voi, perché sia conservato di voi un residuo sulla terra e per salvare la vita a molti scampati. Non siete dunque voi che mi avete mandato qui, ma è Dio. Egli mi ha stabilito come padre del faraone, signore di tutta la sua casa e governatore di tutto il paese d'Egitto" (Genesi 45:7-8).

Giuseppe stava praticamente dicendo: "C'era Dio dietro tutto questo, dietro ogni passo lungo la via! Ma Dio ha mutato in bene ogni sofferenza che il diavolo mi aveva portato – perfino quando voi pensavate di farmi del male – e mi ha fatto divenir parte del Suo piano eterno!"

Caro santo, se fai parte di questa Compagnia di Giuseppe, ben presto comprenderai il motivo delle tue ardenti prove del tempo presente. Dio ti condurrà nella promessa che ti ha dato – all'improvviso tutto acquisterà un senso. Ti renderai conto che Lui non ti ha mai abbandonato. Egli non può far altro che portarti su questa via, poiché ti sta formando, preparando, insegnando ad aver fiducia in Lui per ogni cosa. Lui ha già predisposto un tempo in cui sarai usato – quel momento ti sta proprio davanti!

Presto giungerà un tempo di fame spirituale quale il mondo non ha mai conosciuto. Ovunque moltitudini saranno affamati spiritualmente. Gli affamati dal cuore infranto verranno presi uno per uno e gli verrà detto: "Vieni con me, conosco qualcuno che è ripieno di Gesù. Fa parte di quelli che sono stati provati, che hanno attraversato il fuoco e sono ripieni di Spirito Santo. È uno di quelli che ha una vera parola di liberazione per te!"

Miei cari, lo vedo già arrivare! Conosco per nome alcuni della Compagnia di Giuseppe, perché ho parlato con loro. Sono capaci di distribuire il Pane della Vita agli affamati, poiché hanno le chiavi del magazzino di Dio! Conoscono le vie del Signore, perché le hanno percorse nelle loro prove e afflizioni stringendosi a Dio. C'è qualcosa di potente che viene rivelato in loro: è un cuore pienamente persuaso che Dio risponde alle preghiere!

In che modo reagisci alle azioni misteriose che Dio compie in te? Sei pienamente persuaso che Dio è all'opera in ogni cosa, compiendo le Sue promesse nella tua vita? Sei in grado di dire "In questo momento per me è sufficiente sapere che Gesù è con me, e che fa prosperare il mio spirito"?

Continua nella fede! Non temere, perché sei nella scuola di Cristo. Ogni cosa è sotto il Suo controllo! L'ora in cui la tua battaglia sarà conclusa verrà all'improvviso, e la tua vittoria diventerà realtà. Uscirai dalla fornace come un vaso d'onore, per compiere la Sua volontà come membro della Compagnia di Giuseppe!