Le parole imprudenti che diciamo

David Wilkerson (1931-2011)

“Or io dico che nel giorno del giudizio gli uomini renderanno conto di ogni parola oziosa che avranno detta. Poiché in base alle tue parole sarai giustificato, e in base alle tue parole sarai condannato” (Matteo 12:36-37). 

Forse pensiamo che le nostre parole semplicemente cadano a terra e muoiano o svaniscano nel nulla e si dissolvano nel nulla. Non così! Le nostre parole continuano a vivere; non muoiono.

Potresti dire: “Ma ho raccontato questi pettegolezzi solo a un amico e mi ha promesso di non ripeterli mai. Finirà con lui”. No, non lo farà. Ogni singola parola che tu ed io pronunciamo viene registrata e scritta nell'eternità. Ce li sentiremo ripetere tutti nel giudizio. 

Ricordo di essere stato profondamente convinto di peccato dopo aver condiviso un pettegolezzo cattivo con un amico. Quello che ho detto era infatti vero. Si trattava di una situazione morale che avevo dovuto affrontare riguardo a un ministro. Il suo nome è emerso nella conversazione e ho detto: “Non fidarti di lui. So qualcosa di lui”. 

Anche mentre parlavo, mi sentivo condannato. Lo Spirito Santo mi ha sussurrato: “Fermati proprio lì. Nessuno ha bisogno di saperlo. Non dire altro perché non ha alcuno scopo. Anche se è vero, non ripeterlo!”

Quello che avevo detto era già abbastanza brutto, ma poi ho spifferato i dettagli spaventosi. Sapevo che avrei dovuto stare zitto; e infatti, fui profondamente convinto di peccato dallo Spirito Santo. Più tardi, ho chiamato il mio amico e ho detto: “Mi dispiace. Erano pettegolezzi. Ero fuori servizio. Per favore, non ripeterlo. Cerca di non pensarci nemmeno”.

Il mio peccato è coperto dal sangue di Gesù? Sì, perché ho riconosciuto pienamente di aver peccato e ho permesso allo Spirito Santo di mostrarmi parte dell’orgoglio legalistico rimasto in me. Gli ho permesso di umiliarmi e di guarirmi.

Ora, ogni volta che comincio a dire qualcosa contro qualcuno, obbedisco allo Spirito Santo mentre lo sento dire, forte e chiaro: “Smettila!”